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San Leo

San Leo, meta film/documentari, con una storia ricca di vicende storiche e geopolitiche, rappresenta  il fiore all’occhiello della riviera Romagnola, custodita e curata con gelosia e amore dalla provincia di Rimini.

La sua collocazione su un imponente masso roccioso, con pareti a strapiombo l’ha resa sin dai tempi antichi luogo strategico in ambito militare e religioso, ma soprattutto luogo di una bellezza unica e irripetibile.

San Leo, meravigliosa capitale d’arte, è stata citata dai più grandi autori letterari, uno su tutti Dante Alighieri, che ha menzionato questo gioiello tutto romagnolo nella Divina Commedia.

Nata in epoca romana, vi fu poi (in epoca paleocristiana) la cristianizzazione della zona quando due scalpellini dalmati (Leone e Marino) fondarono le comunità cristiane di San Leo e San Marino. Leone si può considerare il primo vescovo della circoscrizione e si deve a lui l’edificazione dell’originario sacrario, poi rimodernato in epoca preromantica. Questa venne poi affiancata nel VII dalla Cattedrale, consacrata al culto, appunto, di San Leo. Nel 1173 venne rinnovata ed unita alla possente torre campanaria (origine bizantina), diventando un vero e proprio agglomerato urbano, costituito anche dal Palazzo Vescovile e dalla residenza dei Canonici, il nucleo della città sacra, nonché da altri edifici voluti fortemente dai Montefeltro, residenti nella vicina Carpegna.
San Leo fu anche capitale d’Italia per due anni nel 962, sotto il regno di Berengario II.

Oggi è un bellissimo centro storico, ancora integro del suo rigore e della sua bellezza originaria, offre storia da ogni scorcio: Cattedrale, Fortezza, Pieve preromanica e Torre campanaria gli edifici più rappresentativi, tutti accmpagnati da un insieme di strutture che fanno trasparire storia e cultura da ogni poro.
Inoltre il paese fa parte de “I Borghi più Belli d’Italia” ed è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

FOCUS: DA NON PERDERE

LA FORTEZZA DI FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI

Importantissima testimonianza di architettura militare, venne ridisegnata dall’omonimo architetto senese che nel 1479 su commissione di Federico da Montefeltro. Prima sede museale, passò di regno in regno fino a quando, nel 1631, passò definitivamente sotto lo Stato Pontificio che la riadattò a carcere.
Il recluso più noto fu il Conte di Cagliostro (Vedi *Per saperne dii più)

CATTEDRALE DI SAN LEONE (SEC. IX-XII)

Rappresenta la più alta architettura tramandata dai Montefeltro e una delle più importanti testimonianze di stile romanico dell’intera Italia Centrale. Venne costruita nel 1173, inglobando i resti del Duomo, fu la sede della diocesi.
Nella cripta erano collocate le spoglie di San Leone all’interno di un sarcofago del quale si conserva ancora il coperchio con sopra l’iscrizione (VI secolo)

PIEVE PREROMANICA DELLA VERGINE ASSUNTA (SEC. XI)

È il monumento religioso più antico targato Montefeltro e rappresenta la prima testimonianza degli insediamenti Cristiani dell’intero territorio dei Montefeltro.
Secondo la leggenda, fu San Leo stesso a costruire la prima chiesa.
L’imponente facciata che da sullo strapiombo è mozzafiato e all’interno si può respirare tutta la storia che ha imperversato tra queste mura.

 

PER SAPERNE DI PIU’

IL PERSONAGGIO: CAGLIOSTRO

Personaggio versatile e misterioso, a metà tra il curatore e lo stregone, appartenente alla massoneria in un modo tutto suo (ma di cui era gran maestro), ha vissuto San Leo nella maniera peggiore: rinchiuso nelle carceri dello Stato Pontificio.

L’importanza dell’enigmatico Cagliostro riecheggia nelle parole di tantissimi autori, da Goethe, che disse di “considerare Cagliostro un briccone e le sue avventure delle ciurmerie”, a Casanova, che lo definì “un genio fannullone che preferisce una vita di vagabondo a un esistenza laboriosa”.

Il ruolo del Cagliostro è ancora oggi avvolto da un alone di mistero, conferendo alla Fortezza di Martini quel qualcosa di irrisolto in grado attrarre tanti curiosi.

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